Migranti, profughi, rifugiati: quale accoglienza?

Annalisa_DeFaveri_15apr2016

Annalisa De Faveri

Enrico_Cerni_15apr2016

Enrico Cerni

Franco_Balzi_15apr2016

Franco Balzi

Fulvio_Bizzarini_15apr2016

Fulvio Bizzarini

Gianfranco_Bonesso_15apr2016

Gianfranco Bonesso

Monica_Pontello_15apr2016

Monica Pontello

Solidarietà. Responsabilità. Istituzioni. Associazioni. Paura. Fatica. Sono state queste le parole importanti, i concetti chiave intorno a cui hanno discusso il 15 aprile per una serata, a Spinea, nel veneziano, rappresentanti di istituzioni e di associazioni che si incontrano e si scontrano ogni giorno  con la presenza di stranieri nel proprio territorio e organizzano la loro convivenza con i propri concittadini. Un importante momento di riflessione e condivisione, reso ancor più significativo dal fatto che si trattava del primo evento organizzato dal neonato Tavolo della Pace Intercomunale del Miranese.

Franco Balzi, sindaco di Santorso (Vicenza), Gianfranco Bonesso, esperto di Immigrazione e Asilo, Annalisa De Faveri, della Caritas di Treviso, Fulvio Bizzarini, del Villaggio Globale, e Monica Pontello, del Villaggio Solidale, coordinati dallo scrittore Enrico Cerni, hanno raccontato alla platea del cinema teatro Bersaglieri come affrontano il problema di accogliere uomini, donne, bambine e bambini che fuggono dalla terza guerra mondiale. Quella che dalla fine della seconda, infuria, oggi qui domani là, in qualche parte del mondo. Fino al 1991 coperta dalla guerra “fredda”. Dopo, negli ultimi trent’anni,  impiallacciata con la religione e infangata con il terrorismo. Nella guerra non c’è vita. E’ impossibile vivere. Da questo le persone, gli umani, cercano di fuggire. Dove?  Nel posto più vicino senza guerra. La pace più vicina alla Siria, al Libano, all’Afghanistan, all’Etiopia, all’Eritrea, alla Libia, al Medio Oriente e al Nord-Africa, è l’Europa. Basta attraversare in qualche modo il Mediterraneo e si è in Grecia, in Spagna, in Italia. Cioè nell’Unione Europea. Dal 2012, Premio Nobel per la pace.

Solidarietà e istituzioni.

Il sindaco Franco Balzi ha chiarito a tutti che la collaborazione tra istituzioni, tra prefetti e sindaci, non è un’opzione, è una necessità. Non è una scelta di politica del momento, con lo sguardo puntato sulle prossime elezioni, è, e lo sarà ancora per molto, una scelta di politica generale, per la quale occorre uno sguardo lungo.

La sua amministrazione ha già firmato un protocollo d’intesa con la prefettura per organizzare e coordinare l’accoglienza dei profughi in base al “principio del 2 per mille”: ogni comune accoglie due profughi ogni mille abitanti. Su questa base si sta muovendo per sensibilizzare gli altri comuni del comprensorio.

Del resto, come ha ricordato Fulvio Bizzarini,  nel raccontare l’esperienza positiva dell’inserimento di più di una quarantina di profughi nel Villaggio Globale di Mirano,  complessivamente in Italia sono finora arrivate  150.000 persone migranti (nel mondo se ne calcolano 60 milioni!) e noi siamo  60 milioni  di cittadini dislocati in poco più di 8000 comuni!

Se si riuscisse a dislocare gli arrivi in molti, tanti, comuni, si eviterebbero situazioni con profughi sistemati in numeri esagerati nelle caserme dismesse, come nella provincia di Venezia dove, siccome  solo 17 comuni su 44 accolgono profughi, nella caserma di Conetta sono ammassati a centinaia.

La prova provata la fornisce Monica Pontello quando racconta, con dovizia di particolari, la convivenza riuscita  nel loro Villaggio Solidale di Mirano, di una settantina di cittadini italiani  con una trentina di profughi richiedenti asilo. Vincendo paura e diffidenza. Imparando a vivere assieme, a con-vivere rispettandosi e aiutandosi l’un l’altro, a rispettare assieme le regole del Villaggio e la legge dello Stato.

Solidarietà e responsabilità.

E’ Gianfranco Bonesso, che,  raccontando la sua personale esperienza di anni di lavoro istituzionale nel settore dell’immigrazione, richiama la responsabilità di politici, amministratori  e dirigenti ad ogni livello. Infatti, soprattutto esiste la responsabilità di un sistema burocratico rigido, poco flessibile, che non sa, non riesce, non vuole riuscire, a vedere, a cogliere le specificità delle situazioni, assumendosene la responsabilità. Il sistema italiano appare fermo, bloccato. Da noi si vive per anni nei Centri di Accoglienza, in attesa di una risposta alla domanda di asilo, che arriva – peraltro generalmente negativa – dopo anni. Nel resto del mondo, la risposta arriva dopo mesi! Da noi profughi, migranti, rifugiati vivono nella fannullaggine e nella noia, in attesa. Nel resto del mondo, li si immette nel mercato del lavoro, come gli altri cittadini. Certo, è necessario un sistema efficiente di avviamento al lavoro, centri per l’impiego che funzionino, centri per una formazione efficace. Insomma, un sistema che più che assistere profughi, migranti e rifugiati, li accolga e si faccia carica del loro inserimento nella nostra società.

Proprio a  questo  si è riferita Annalisa De Faveri, raccontando, tra l’altro,  dei Centri di Accoglienza Straordinaria della Caritas di Treviso che svolgono una fondamentale funzione di “seconda accoglienza”, che cerca l’integrazione nel territorio valorizzandone le risorse, dopo la prima accoglienza caratterizzata necessariamente dall’emergenza.

Non c’è stata, né avrebbe potuto esserci, alcuna conclusione.  Gli interventi di Maria Rosa Pavanello e Silvano Checchin, sindaci rispettivamente di Mirano e Spinea, presenti in sala e sollecitati da Enrico Cerni,  coordinatore del dibattito, hanno chiarito che si è di fronte ad un evento che va governato con flessibilità, responsabilità e creatività, senza chiusure. Collaborazione deve essere la parola chiave che permetterà a tutti e ciascuno di fare delle migrazioni un fenomeno di sviluppo per le nostre comunità e non di regresso.

La serata è stata promossa dalle associazioni  ACLI, Amnesty International, ANPI, CISM Spinea, Esodo, Centro culturale islamico “Salam”, Emergency, Centro Pace e Legalità “Sonja Slavik” di Mirano, dalle Parrocchie di Spinea e voluta dalle amministrazioni comunali di Mirano, Noale, Salzano e Spinea.

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